La sindrome è stata descritta per la prima volta da Sotos e colleghi nel 1964.

Denominazione alternativa
Gigantismo cerebrale; Megaencefalia.

Incidenza/Prevalenza
L’incidenza è 1:10.000-50.000 nati vivi.

Aspetti genetici
Dal 2002 si sa che la malattia è causata da mutazioni o delezioni del gene NSD1, che si trova sul lato lungo del cromosoma 5 (5q35). Questo gene è coinvolto nei processi di crescita dell’organismo. Nel 90% dei casi si tratta di una anomalia de novo (non ereditata, ma avvenuta durante la formazione della cellula uovo o dello spermatozoo oppure nelle primissime fasi dello sviluppo embrionale).
La trasmissione è ereditaria autosomica dominante (sufficiente un genitore portatore per avere il 50% dei casi di trasmissione della malattia) nel 10% circa dei casi.

Aspetti somatici, accrescimento fisico e sviluppo motorio
Fin dal primo articolo di Sotos e colleghi le principali caratteristiche standard sono state identificate in: peso e altezza notevoli fin dal periodo neonatale; macrocranio; mani e piedi spesso grandi anche rispetto all’altezza. L’accelerazione nella crescita è considerevole soprattutto nei primi cinque anni, poi tende a diminuire (peso e altezza passano in media dal percentile 97 a poco più di 50-60 nell’età adulta).
Le caratteristiche facciali e del cranio tipiche sono: circonferenza cranica superiore alla norma; viso rotondo e a fronte alta e bombata durante l’infanzia, mentre tende ad allungarsi successivamente; alta linea di inserzione dell’attaccatura dei capelli; ipertelorismo; orecchie larghe; mandibola grande; mento a punta.
L’età ossea è superiore all’età cronologica.
La lassità legamentosa è frequente. Nei primi cinque anni di vita vi è ipotonia (che può persistere anche successivamente e può spiegare l’iniziale ritardo psicomotorio).
Nella prima infanzia vi è impaccio motorio globale ed equilibrio instabile nella deambulazione. La motricità fine è carente, ma tende a migliorare con il passare dell’età.
Nel 50% dei casi vi sono convulsioni nella prima infanzia. Possono inoltre essere presenti disfunzioni endocrine, difetti cardiaci congeniti e anomalie urogenitali.

Sviluppo cognitivo
La sindrome è caratterizzata da notevole variabilità a livello cognitivo. La disabilità intellettiva è più frequente che nella popolazione generale.

Sviluppo comunicativo e linguistico
Il linguaggio è tendenzialmente in pari con l’età mentale o inferiore.

Caratteristiche del comportamento e di personalità, sviluppo sociale e rischio psicopatologico
L’autonomia è tendenzialmente in pari con l’età mentale o inferiore. Tendenzialmente inferiori alla norma sono le abilità sociali. Sono stati segnalati disturbi del comportamento e della personalità superiori alla popolazione normale, ma la rarità della sindrome invita a prudenza interpretativa.

Approfondimenti

I sintomi si manifestano fin dalla nascita con peso e altezza superiori alla norma (macrosomìa fetale), macrodolicocefalia (testa grande e allungata in senso anteroposteriore), volto allungato e stretto, fronte ampia e prominente, impianto alto dei capelli sulla fronte, capelli radi soprattutto in regione frontoparietale, fessure palpebrali rivolte verso il basso, occhi molto distanziati (ipertelorismo), palato ogivale, mandibola stretta e prominente, mento squadrato e a punta. Altre anomalie sono malformazioni cerebrali, anomalie genito-urinarie, malformazioni cardiache, scoliosi; possono verificarsi crisi epilettiche.
È di regola ritardato il raggiungimento delle principali tappe dello sviluppo neuro-psicomotorio: primi passi e prime parole. È presente ritardo motorio (ipotonia) e del linguaggio, inoltre vi è anche un ritardo dello sviluppo cognitivo con disabilità intellettiva e problemi comportamentali (deficit di attenzione e iperattività), fobie, aggressività, impulsività, irritabilità e disturbi ossessivi-compulsivi.
Circa il 90% dei bambini con sindrome di Sotos ha un’altezza e/o una circonferenza cranica superiori alla media. L’iperaccrescimento è particolarmente marcato nei primi 3-4 anni di vita per rientrare nella norma – ma sempre ai limiti superiori – dopo i 5 anni di età; si osserva una maturazione ossea anticipata, più evidente nei primi anni di vita (età ossea accelerata). La circonferenza cranica rimane solitamente con valori abnormemente elevati (superiori al 97° percentile).
La condizione è inoltre associata ad un lieve aumento di rischio tumorale (2% circa degli affetti), che si manifesta principalmente in età pediatrica. Le neoplasie maggiormente osservate sono il teratoma sacrococcigeo, il ganglioneuroma, il 
neuroblastoma, la leucemia linfoblastica acuta e il carcinoma polmonare a piccole cellule.
Sindrome di Sotos – Ospedale Pediatrico Bambino Gesù (ospedalebambinogesu.it)

Presentazione di casi
Migliozzi et al. (2002) hanno presentato la situazione di due fratelli maschi di 10 (A) e 7 (G) anni (il padre aveva le stesse caratteristiche fenotipiche e la sorella non era affetta dalla sindrome di Sotos). Riportiamo alcuni dati critici relativamente allo sviluppo cognitivo e comportamentale, dando per scontata la presenza delle caratteristiche fenotipiche, del ritardo dello sviluppo psicomotorio e dell’articolazione linguistica età ossea avanzata, dato che senza di esse non ci sarebbe stata la diagnosi clinica di sindrome di Sotos. A. manifestava problemi di linguaggio (pochi fonemi nel terzo anno di vita e difficoltà espressive successivamente), difficoltà scolastiche (ad esempio non superiori alla prima elementare in lettura; migliori in matematica), ma buone prestazioni (percentile 95) nelle Matrici Progressive di Raven. In termini di potenzialità cognitive di tipo logico o di intelligenza generale non si trattava quindi di una disabilità intellettiva e nemmeno di funzionamento intellettivo limite. Non sono emerse turbe comportamentali rilevanti. Anche G. manifestava difficoltà linguistiche (in particolare a livello fonologico e lessicale espressivo) e difficoltà scolastiche, ma con prestazioni intellettive alle Matrici Progressive di Raven non da disabilità intellettiva. A livello comportamentale erano presenti “gravi carenze per la presenza di labilità emotiva, iperattività e incapacità attentiva con tendenza all’egocentrismo e all’aggressività a cui si contrappone una forte insicurezza e un intenso bisogno di figure di riferimento” (pag. 127).
Il confronto fra i due fratelli evidenzia che essi avevano in comune difficoltà linguistiche e scolastiche discrepanti rispetto alle superiori competenze intellettive valutate con le Matrici Progressive di Raven. Essi si differenziavano nella presenza di difficoltà comportamentali.

Fonti principali: Sotos, Dodge, Muirhead, Crawford e Talbot (1964); Doria, 1995; O’Brien e Yule, 1995; Migliozzi, Tranchino, Cuozzo, Sorgente, Morcone, Tontaro e Salzano, 2002.

Per il significato di alcune voci vedi Glossario – Disabilità e Inclusione (disabilitaeinclusione.it)

Renzo Vianello, 04.09.2023