Se escludiamo l’età senile le disabilità intellettive rappresentano la maggioranza delle disabilità certificate secondo la legge 104 del 1992.
Le disabilità intellettive interessano, in età evolutiva, circa il 2,3% della popolazione. Vedi Prevalenza, tipologia e diagnosi.
Le cause possono essere sia genetiche, che biologiche non genetiche che, almeno in parte ambientali. Vedi cause genetiche e cause biologiche non genetiche e ambientali.
Particolarmente conosciuta è la Sindrome di Down. In questo sito sono descritte anche le sindromi che seguono.

Nelle diagnosi meno recenti al posto di disabilità intellettive si utilizza l’espressione ritardo mentale (vedi scheda).

Ritardo mentale e Disabilità intellettive evolutive

L’espressione Ritardo Mentale sottolinea che lo sviluppo di alcuni individui è caratterizzato dall’essere più lento di quello tipico.
In precedenza si usava l’espressione “Insufficienza Mentale” (o “Mental Deficiency”), ma utilizzare ritardo mentale sembrò più adeguato al fine di sottolineare che varie tappe dello sviluppo mentale (anche se non le più complesse) venivano comunque raggiunte, anche se con tempi più lunghi.
Da vari anni le più importanti Associazioni internazionali (“American Association on Intellectual Developmental Disabilities”, “European Conference on Psychological Theory and Research on Intellectual and Developmental Disabilities” ecc.) hanno deciso di sostituire il termine “Mental Retardation” con “Intellectual and Developmental Disabilities”, che in italiano possiamo tradurre con “Disabilità Intellettive Evolutive”. Il termine evolutive è stato inserito per distinguerle dalle disabilità intellettive acquisite (ad esempio a causa di malattia o incidente). Spesso si usa anche l’espressione abbreviata “Disabilità Intellettive”.
Tra i motivi di questa sostituzione vi sono i seguenti.
– Nel campo della disabilità la terminologia viene sostituita anche perché tende ad assumere connotati negativi e stigmatizzanti.
– “Disabilità intellettive” sembra più adatto ad evidenziare la molteplicità delle varie forme con cui si manifestano le disabilità che coinvolgono l’intelligenza
– e il fatto che ognuna di queste forme (ad esempio la sindrome di Down rispetto a quella di Williams o di X fragile) è caratterizzata da particolari profili con punti di forza e di debolezza (nella sindrome di Down, ad esempio la memoria visuo-spaziale è migliore di quella verbale, mentre nella sindrome di Williams si ha il contrario). In altre parole questa nuova espressione richiamerebbe meglio della precedente le differenze anche qualitative e non solo quelle quantitative.
– Il termine “Intellettive”, più specifico, è ritenuto più adeguato di  quello generale “Mentale” (che, essendo aggettivo di Mente, si riferisce a tutto il funzionamento della mente e non solo a quello intellettivo).

Da Vianello e Mammarella, 1914

Attualmente vengono effettuate diagnosi di disabilità intellettive riferendosi ad almeno quattro manuali diagnostici. Essi hanno in comune il ritenere necessari i seguenti tre criteri:

  • un QI circa uguale o inferiore a 70
  • un carente funzionamento adattivo
  • esordio prima dei 18 anni (o comunque in età evolutiva).

Le differenze fra le quattro proposte diagnostiche sono approfondite nella sezione Prevalenza, tipologia e diagnosi.
Nonostante l’incidenza di fattori genetici scarsamente controllabili, molto si può fare a livello di prevenzione relativamente alle cause non biologiche e a quelle ambientali.
A partire dal 1977 (legge 517) alunni e studenti con disabilità sono stati inseriti in scuola normale. Un po’ alla volta le Scuole speciali sono state chiuse o trasformate. La legge 104 del 1992 ha chiaramente posto le basi per favorire una buona inclusione e integrazione delle persone con disabilità. Vivere assieme ai pari è risultato cruciale per favorire inclusione e trattamento educativo, scolastico e abilitativo. Su di esso ci soffermiamo molto in questo sito, offrendo in particolare indicazioni di materiali utilizzabili in famiglia, a scuola e a livello di abilitazione.

In questo sito vengono ripresi, ma soprattutto aggiornati, molti materiali già presenti nel sito non più attivo www.disabilitaintellettive.it.

Fonti bibliografiche principali

Cornoldi, C., e Vianello, R. (2023). Vademecum di Psicologia per insegnanti di sostegno. Firenze: GiuntiEdu.
Vianello, R., Lanfranchi, S., e Cornoldi, C. (2023). Disabilità intellettive e funzionamento intellettivo limite. In C. Cornoldi I disturbi dell’apprendimento (pp. 277-299). Bologna: Società editrice il Mulino.
Vianello, R., e Mammarella I. C. (2014). Psicologia delle disabilità. Bergamo: edizioni Junior.
Vianello, R. (2015). Disabilità intellettive. Con aggiornamenti al DSM-5. Bergamo: edizioni Junior.

Renzo Vianello, 01.01.2023