Il termine “sclerosi tuberosa” fu coniato da Bourneville nel 1880, con riferimento alla presenza negli individui con questa sindrome di tipiche lesioni cerebrali solide.
Aspetti della sindrome erano conosciuti fin dal 1835 (descritti da Rayer).
Vogt, nel 1908, evidenziò una triade diagnostica costituita da epilessia, possibile disabilità intellettiva, adenoma sebaceo (che appare come una voglia farfalliforme sul viso) e possibile presenza di tumori cardiaci e renali.

Denominazioni alternative
Epiloia; TSC (da Tuberous Sclerosis Complex)

Incidenza/prevalenza
Si ipotizza una prevalenza di 1/6.000-7.000.

Aspetti genetici
Si tratta di una malattia a trasmissione autosomica dominante.

“È dovuta a un difetto nel controllo della proliferazione e differenziazione cellulare che porta alla formazione di tumori benigni multipli (amartomi) localizzati prevalentemente a livello cerebrale, renale, cardiaco, polmonare e cutaneo. …
La sclerosi tuberosa è determinata da una mutazione (alterazione nella struttura) di uno dei due geni chiamati TSC1 e TSC2, localizzati rispettivamente sul cromosoma 9 e 16; entrambi questi geni contengono le informazioni necessarie per produrre proteine che contribuiscono a impedire lo sviluppo di tumori.
La proteina prodotta dal gene TSC1 è chiamata amartina, quella prodotta dal gene TSC2 è la tuberina. La malattia si trasmette con modalità autosomica dominante.
Si verifica quando è alterata (mutata) una sola copia dei due geni (materna o paterna) che contiene le informazioni necessarie per produrre la proteina (se è presente la singola mutazione o nel gene TSC1 o nel gene TSC2).
Di conseguenza, un genitore che porta una copia mutata di uno dei geni che possono causare la sclerosi tuberosa ha un rischio del 50%, a ogni concepimento, di avere un figlio con la sclerosi tuberosa, indipendentemente dal sesso del nascituro.
Nella maggior parte dei casi di sclerosi tuberosa, tuttavia, i genitori non sono affetti dalla sclerosi tuberosa e si tratta quindi di mutazioni “de novo”, il che significa che la mutazione è avvenuta durante la formazione della cellula uovo o, dello spermatozoo, o nelle primissime fasi di sviluppo embrionale.
La mutazione riguarderà quindi quel bambino soltanto e nessun altro membro della famiglia.
Le mutazioni nel gene TSC2 si riscontrano nell’ 80% dei casi e sono associate a un quadro clinico più grave, rispetto ai casi determinati da mutazioni del gene TSC1 (20% dei casi).
Le metodiche molecolari utilizzabili permettono di caratterizzare l’alterazione genetica che causa la patologia solo nel 70-80% dei casi, pertanto la diagnosi di sclerosi tuberosa è prevalentemente clinica.”
Sclerosi tuberosa – Ospedale Pediatrico Bambino Gesù (ospedalebambinogesu.it)

Aspetti somatici, accrescimento fisico e sviluppo motorio
Nella sua forma completamente sviluppata i sintomi comprendono adenoma sebaceo, calcificazioni cerebrali, epilessia e disabilità intellettiva (60-70% dei casi o più). Ulteriori sintomi non primari sono: anormalità della retina, del cuore, dei reni e dei polmoni. Gli attacchi epilettici (anche gravi e frequenti) tendono a manifestarsi dai 6 anni circa. I sintomi cutanei appaiono soprattutto a partire dai primi anni dell’adolescenza.

“I primi sintomi che possono portare ad una possibile diagnosi di sclerosi tuberosa sono da ricercare in molti organi e apparati, il sistema vascolare e nervoso presentano infatti i segni più comuni.
Da un mero punto di vista estetico invece la diagnosi può registrare una presenza importante di amartie.
Le amartie fanno riferimento a malformazioni dei tessuti che quindi presentano una distribuzione difettosa dei tessuti.
I sintomi quindi si differenziano sulla base della sede, del tipo di lesione e del numero di manifestazioni. Con riferimento alla cute, la sclerosi tuberosa può manifestarsi:

  • attraverso macchie ipomelanotiche su tutto il corpo partendo anche dall’età dello sviluppo.
  • attraverso una placca fibrosa sulla fronte visibile anche dalla nascita.
  • attraverso angiofibromi facciali sul viso presenti nella pubertà.

Trattando infezione di organi interni come il cuore, questa malattia si presenta principalmente con rabdomiomi cardiaci ossia tumori benigni del tessuto ventricolare che possono essere facilmente diagnosticati attraverso un esame ecografico.
Nel sistema nervoso si possono invece notare dei tuberi corticali, delle alterazioni della sostanza bianca o delle vere e proprie cisti cerebrali.
In questo caso queste alterazioni sono accompagnate da disturbi neurologici afferenti la sfera cognitiva.
Il soggetto infatti presenta dei disturbi nell’apprendimento e nel comportamento come repentini cali d’attenzione seguiti da iperattività e comportamenti aggressivi oltre a disturbi del sonno con risvegli frequenti che provocano di contro una generale sonnolenza diurna.Manifestazioni più estreme portano infine ad attacchi epilettici e al sonnambulismo.”
Sclerosi tuberosa: cos’è e quali sono i sintomi – Sclerosi Tuberosa

Sviluppo cognitivo
Pur in un quadro differenziato in cui vi sono anche individui con intelligenza nella norma, almeno in due terzi dei casi si ha disabilità intellettiva (spesso grave), che tende ad aggravarsi con l’età.

Sviluppo comunicativo e linguistico
Le prestazioni linguistiche sono tendenzialmente in pari o inferiori rispetto all’insieme delle prestazioni cognitive. Numerosi sono gli individui che non parlano.

Caratteristiche del comportamento e di personalità, sviluppo sociale e rischio psicopatologico
Notevoli sono i problemi posti a livello sociale e nell’autonomia dalle crisi epilettiche, dalla disabilità intellettiva e da disturbi psichiatrici che possono essere associati.