Le problematiche generali dei disturbi di apprendimento sono trattati in altri paragrafi della sezione del sit dedicata ai disturbi di apprendimento. Li elenchiamo poche righe sotto. In questo riprendiamo nello specifico le problematiche relative ad un tipo particolare di disturbo dell’apprendimento, quello relativo alla lettura (dislessia). Alcune parti sono riprese in parte o integralmente dai vari capitoli della trattazione generale. Queste ripetizioni ci sono sembrate necessarie per il lettore interessato al singolo disturbo di apprendimento.

    • I disturbi di apprendimento
    • Diagnosi
    • Tipologia
      • Disturbo di apprendimento della lettura (Dislessia)
      • Disturbo di apprendimento della scrittura: Disgrafia e Disortografia (o Disturbo della competenza ortografica)
      • Disturbo di apprendimento del calcolo (discalculia)
      • Disturbi nel ragionamento matematico e nella soluzione di problemi
      • Disturbo di comprensione del testo
      • Disturbo non-verbale (disturbo dello sviluppo delle abilità visuospaziali)
      • Difficoltà di apprendimento della lingua straniera
    • Cause
    • Prevalenza
    • Comorbilità
    • In famiglia
    • A scuola
    • Abilitazione-riabilitazione
    • Allegati
      • Dal sito MIUR:
        • Piano didattico personalizzato
        • Strumenti compensativi
        • Misure dispensative
        • Centri territoriali di supporto per la consulenza alle scuole
      • ICD-11 Disturbi del neurosviluppo (Neurodevelopmental disorders) (Block L1‑6A0) con specificazione della tipologia dei Disturbi evolutivi dell’apprendimento
      • ICD-11 Disturbi evolutivi dell’apprendimento
      • Legge 8 ottobre 2010, n. 170 Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico.
      • Linea Guida sulla gestione dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Aggiornamento ed integrazioni. Pubblicata nel Sistema Nazionale Linee Guida Roma, 20 gennaio 2022 Introduzione
      • Direttiva ministeriale 27 dicembre 2012 Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica

    Diagnosi
    Il disturbo evolutivo dell’apprendimento è caratterizzato da difficoltà significative e persistenti nell’apprendimento delle abilità scolastiche, che possono includere la lettura, la scrittura o l’aritmetica. Le prestazioni dell’individuo nelle abilità scolastiche interessate sono nettamente inferiori a quanto ci si aspetterebbe per l’età cronologica e il livello generale di funzionamento scolastico o lavorativo dell’individuo. Si manifesta per la prima volta quando le abilità scolastiche vengono insegnate durante i primi anni di scuola. Non è dovuto ad un disturbo dello sviluppo intellettivo, compromissione sensoriale (vista o udito), disturbo neurologico o motorio, mancanza di disponibilità di istruzione, mancanza di competenza nella lingua dell’istruzione scolastica o avversità psicosociali. Per la diagnosi sono richieste le seguenti caratteristiche.

    – Presenza di limitazioni significative nell’apprendimento delle capacità scolastiche di lettura, scrittura o aritmetica, risultanti in un livello di abilità nettamente inferiore a quello che ci si aspetterebbe per l’età. Le limitazioni nell’apprendimento sono evidenti nonostante una adeguata istruzione scolastica nelle aree pertinenti. Le limitazioni possono essere limitate ad un singolo componente di una abilità (ad esempio, l’incapacità di padroneggiare la matematica di base o di decodificare singole parole in modo accurato e scorrevole) o influenzare tutta la lettura, la scrittura e l’aritmetica. Idealmente, le limitazioni vengono misurate utilizzando test adeguatamente normati e standardizzati.

    – L’esordio delle limitazioni si verifica tipicamente durante i primi anni scolastici, ma in alcuni individui può non essere identificato fino a tardi nella vita, inclusa l’età adulta, quando le richieste di rendimento relative all’apprendimento superano le capacità limitate.

    – Le limitazioni non sono imputabili a fattori esterni, come svantaggi economici o ambientali, o mancanza di accesso alle opportunità educative.

    – Le difficoltà di apprendimento non sono meglio giustificate da un Disturbo dello Sviluppo Intellettuale o da un altro Disturbo del Neurosviluppo o da un’altra condizione come un disturbo motorio o un disturbo sensoriale della vista o dell’udito.

    – Le difficoltà di apprendimento comportano una compromissione significativa del funzionamento scolastico, lavorativo o di altre aree importanti dell’individuo. Se il funzionamento viene mantenuto, è solo attraverso un significativo sforzo aggiuntivo.

    6A03.0 Compromissione della lettura
    Le difficoltà di apprendimento si manifestano in limitazioni nelle capacità di lettura come l’accuratezza, la fluidità e la comprensione della lettura.

    ICD-11

    Cause
    Malgrado i notevoli sforzi compiuti dalla ricerca negli ultimi anni e l’ampia diffusione di metodiche di neuroimmagine e di analisi genetica, manca ancora un quadro sufficientemente chiaro e coerente dei meccanismi patogenetici che stanno alla base di questa categoria di disturbi e delle relazioni che intercorrono tra le basi genetiche, i fattori epigenetici, le anomalie a livello neuroantomico, e le disfunzioni nei processi cognitivi sottostanti, che determinano i deficit nelle prestazioni osservabili di lettura, scrittura e calcolo. Inoltre, al di là delle riconosciute basi neurobiologiche nella genesi di questi disturbi, non possiamo ignorare che imparare a leggere, scrivere e effettuare calcoli, sono, e restano, attività culturalmente mediate, sulla cui acquisizione intervengono inevitabilmente determinanti ambientali. Questo intreccio di fattori biologici e ambientali rende, se possibile, ancora più complessa e variabile l’espressione del disturbo, anche tra diverse culture e sistemi ortografici, e richiede al professionista sanitario impegnato nella diagnosi un maggiore sforzo per capire come essi interagiscono nel determinare il quadro clinico complessivo e nel definire un piano di intervento. Infine, è chiaro che l’espressività dei DSA risente del momento in cui si esamina il bambino. Infatti, non si può pensare ai disturbi dell’apprendimento come a qualcosa di statico e fisso ma, piuttosto, come a difficoltà che si modificano nel corso del neurosviluppo per effetto di interazioni tra i diversi processi cognitivi e linguistici con l’esercizio negli apprendimenti strumentali. In questo senso, un’ampia letteratura sottolinea l’importanza nello studio dei DSA di considerare le traiettorie di sviluppo e non limitarsi a studi di tipo trasversale. Anche in una prospettiva clinico-diagnostica è importante inquadrare i DSA nella storia clinica del bambino e non limitarsi ad un esame in una prospettiva tassonomica.
    Linee Guida sulla gestione dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento, 2022

    Prevalenza
    È pratica frequente diagnosticare i singoli disturbi di apprendimento utilizzando test standardizzati e stabilire la gravità dei sintomi considerando le prestazioni al di sotto delle due deviazioni standard. In questo modo la prevalenza sarebbe, almeno teoricamente, predeterminata, dato che sotto due deviazioni standard ci sta il 2,3% della popolazione. Questo tuttavia non avviene sempre. Ad esempio a volte si utilizzano i percentili (sotto il quinto percentile, considerando quindi il 5% della popolazione e non il 2,3%). Altre volte ci si affida ad una valutazione clinica indipendentemente dalle prestazioni ad un test standardizzato. Inoltre sono frequenti casi di comorbilità fra disturbi di apprendimento.
    Secondo l’ICD-11 la prevalenza complessiva (considerando tutti i sottotipi di disturbi di apprendimento) sarebbe 5-15% in età scolastica e 4% negli adulti. Per quanto riguarda la lettura sarebbe del 5-17%, per la scrittura 5-17% e per la matematica 6-17%.
    Il DSM-5 riporta un 5-15% per i bambini e un 4% per gli adulti.
    Si tratta di dati così preoccupanti da disorientare e far nascere qualche dubbio.
    Gli studi condotti in Italia indicano stime di prevalenza molto più basse. Ad esempio Cornoldi (2023) stima un 2,5-4% complessivo per i disturbi di apprendimento secondo la legge 270/2010. Nell’introduzione della Linea Guida sulla gestione dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (vedi allegato) troviamo scritto quanto segue. Negli anni 2008-2013 è stata condotta una ricerca epidemiologica nazionale che ha interessato 9964 bambini tra gli 8 ed i 10 anni equamente distribuiti nelle diverse aree geografiche del Paese. La prevalenza di disturbi specifici di lettura, rilevata in questa fascia d’età, è stata del 3.5%

    Comorbilità
    La comorbilità è molto varia. L’ICD-11 riporta quella con i disturbi depressivi, i disturbi legati all’ansia o alla paura e i disturbi del comportamento esternalizzante. Inoltre riporta che i bambini con un disturbo dell’apprendimento in un’area hanno più facilmente disturbi anche in altre aree.
    Nel DSM-5 è scritto che il disturbo specifico di apprendimento si presenta comunemente in concomitanza con disturbi del neurosviluppo (come ADHD, disturbi della comunicazione, disturbo dello sviluppo della coordinazione motoria, disturbo dello spettro dell’autismo) oppure con disturbi d’ansia, depressivo o bipolare.

    Vedi anche Disturbo della comprensione del testo, in quanto considerato fra i disturbi della lettura da ICD-10, ICD-11, DSM-5, Linee Guida sulla gestione dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento

    Aggiornamento ed integrazioni 2022 (in Allegati), anche se non direttamente citato dalla legge 170 del 2010.

    Per le problematiche relative a Famiglia, Scuola e Abilitazione vedi:
    In famiglia
    A scuola
    Abilitazione-riabilitazione