È risaputo che vi sono persone che hanno notevoli difficoltà nell’apprendimento di una lingua straniera, senza avere altre difficoltà di apprendimento.
Tra le ipotesi generali vi è quella che tali difficoltà possano essere causate da un vero e proprio disturbo, cioè da disfunzioni a livello neuropsicologico e non solo da problemi sociali, scolastici o motivazionali.
Allo stato attuale della ricerca non vi sono tuttavia dati sufficienti per poter concludere che tra i vari disturbi di apprendimento è opportuno inserire anche quello relativo all’apprendimento di una lingua straniera. Esso non è escluso, ma nemmeno confermato.
Vari e complessi sono i problemi da risolvere.

Un primo problema riguarda la possibilità di andare oltre i normali resoconti degli insegnanti di lingua straniera per parlare di vera e propria difficoltà, identificando gli aspetti critici da valutare, criteri chiari e procedure idonee per la verifica dell’esistenza di questi criteri [omissis]. L’identificazione di criteri e procedure dovrà tenere anche conto di specifici contesti e obiettivi di apprendimento. Per esempio, una differenziazione fondamentale riguarda i casi dell’apprendimento di una lingua parlata in un Paese in cui non si vive (per esempio l’inglese per gli italiani) o viceversa della lingua parlata nel Paese in cui ci si trova ad abitare (per esempio l’italiano per bambini di recente emigrazione o l’inglese per bambini che vivono negli Stati Uniti, ma in famiglia parlano un’altra lingua [omissis]).
Un secondo problema è relativo all’esistenza di difficolta di apprendimento della lingua straniera come effetto concomitante o secondario di altre problematiche, come accade per esempio in relazione a una precedente dislessia [omissis].
Un terzo problema, infine, è relativo alla possibilità di parlare di un vero e proprio disturbo, specifico, biologicamente e neuropsicologicamente ancorato, distinguibile da una più generica difficoltà [omissis].
(Palladino e Cornoldi, 2023, pag.239)

 

Considerando quali possono essere le cause delle difficoltà nell’apprendimento della lingua straniera dalle ricerche a disposizione emergono alcune conclusioni-ipotesi (ibidem).

  • Minori sono le competenze nella lingua madre e maggiori sono le probabilità di difficoltà nell’apprendimento della lingua straniera. Più in compiti che richiedono abilità fonologiche, sintattiche e ortografiche che semantiche (vocabolario e comprensione del testo).
  • I disturbi di apprendimento della lettura e della scrittura influiscono negativamente anche sull’apprendimento di una lingua straniera.
  • Sono stati individuati (Sparks et al, 1992) quattro profili in studenti con prestazioni basse nella lingua straniera, ma non in altre materie.
    • Fonologico: il più frequente, caratterizzato da difficoltà fonologiche (spelling, riconoscimento di non-parole ecc.), ma non da difficoltà sintattiche o semantiche.
    • Semantico: meno frequente, caratterizzato da difficoltà di comprensione del linguaggio e della lettura, con possibile associazione con altre difficoltà linguistiche.
    • Misto: meno frequente, caratterizzato da deficit generalizzati nelle competenze fonologiche, sintattiche e semantiche.
    • Motivazionale: caratterizzato solo da scarsa motivazione all’apprendimento di una lingua straniera.
  • Ricerche su bambini italiani con difficoltà di apprendimento dell’inglese come seconda lingua hanno trovato prestazioni inferiori rispetto ai compagni senza difficoltà nelle prove di consapevolezza e di memoria fonologica (in Palladino e Cornoldi, 2023).

È opportuna molta prudenza interpretativa dei dati delle ricerche se si riferiscono a lingue diverse. Ad esempio ci sono lingue con maggiore coerenza interna e regolarità (es. italiano, greco, spagnolo) e altre con meno (es. inglese, francese, danese), che per essere parlate, lette e scritte richiedono impegni cognitivi e linguistici diversi.

 

Fonti bibliografiche principali

Palladino, P., e Cornoldi, C. (2023). I disturbi specifici del linguaggio, le difficoltà di apprendimento della lingua straniera e il caso degli studenti con DSA.. In C. Cornoldi (a cura di), I disturbi di apprendimento (pp. 238-254). Bologna: Il Mulino.
Sparks, R. L., Ganshow, L., Javorsky, Pohlman, J. E Patton, J.(1992). Test comparison among students identified as higg-risk, low-risk and learning disabled in hihg school foreign language courses. Modern Language Journal, 76, pp. 142-159.

Renzo Vianello, 05.04.2023