Le disabilità fisiche e motorie sono una minoranza rispetto alle disabilità certificate secondo la legge 104 del 1992 (circa 3,5%). Seguire a scuola un bambino o adolescente con una di queste disabilità a volte è facile e altre volte estremamente impegnativo.
Se la disabilità fisico-motoria è senza comorbilità con altre disabilità o disturbi gli/le si propone il normale programma scolastico. Spesso con un vantaggio e cioè quello di avere almeno in alcune ore alla settimana anche l’apporto dell’insegnante di sostegno e a volte anche di un assistente per l’autonomia e la comunicazione. Questi aiuti possono favorire non solo il suo apprendimento, ma anche quello di altri compagni di classe.
Giulia è una bambina in carrozzina per diplegia agli arti inferiori, di normale intelligenza. Non pone nessun problema alla classe. È collaborante e benvoluta dai compagni. Lavorare con lei procura soddisfazione sia all’insegnante di sostegno che a quelli curricolari. Forse da parte degli insegnanti c’è un po’ di attenzione in più nel considerare possibili frustrazioni da parte sua.
Altre situazioni possono risultare un po’ più complesse. Ad esempio quella di Mirco che è caratterizzata da difficoltà nella motricità fine. O quella di Paolo che ha un eloquio poco comprensibile. Nella grande maggioranza dei casi, comunque, se la disabilità fisica e motoria non è associata con disabilità intellettive o funzionamento intellettivo limite e nemmeno con disturbi di personalità l’impegno non è eccessivo. Diciamo che si rientra nella normalità dell’impegno scolastico. Soprattutto se gli insegnanti si informano sulle caratteristiche fisiche e motorie della specifica disabilità dell’allievo dai genitori, dagli operatori sociosanitari e, se opportuno, consultando autorevoli fonti per internet.
Molto diversa può essere la situazione se è caratterizzata da gravità (come in certe tetraplegie) o da comorbilità con altre disabilità gravi.
Non sono pochi gli alunni o gli studenti con certificazione di disabilità fisica e motoria che presentano anche disabilità intellettiva e/o disturbo grave del linguaggio e/o disturbi dello spettro autistico o altre patologie. In questi casi tutti gli insegnanti e tra questi quello di sostegno sono chiamati ad un impegno notevole. A seconda delle situazioni diventa necessaria anche una profonda competenza nelle disabilità intellettive, nel funzionamento intellettivo limite, nei disturbi del linguaggio, nei disturbi dello spettro autistico ecc.. Considerando anche gli aspetti emotivi, sociali, motivazionali e di personalità.
Fonti bibliografiche principali
Tratto, con modifiche (Vianello 01.01.2023), da
Cornoldi, C., e Vianello, R. (2023). Vademecum di Psicologia per insegnanti di sostegno. Firenze: GiuntiEdu.