Le disabilità fisico e motorie acquisite possono essere l’esito di molteplici cause: traumi, infezioni, ipossia, interventi chirurgici, tumori, radiazioni ecc.
Le Gravi Cerebrolesioni Acquisite (GCA) (Moro e Rodolfi, 2012) sono caratterizzate da un danno cerebrale, causato da trauma cranio-encefalico o ischemia cerebrale o anossia cerebrale ecc., accompagnato da coma non inferiore alle 24 ore e disabilità sensoriali e/o motorie e/o cognitive e/o comportamentali (Moro e Rodolfi, 2012). Il tentativo di distinguere le forme gravi da quelle non gravi non deve far ignorare altre situazioni comunque rilevanti e causa di disabilità anche se il coma non c’è stato o è stato inferiore alle 24 ore. È stato stimato che ogni anno in Italia i casi di GCA siano 10-15 ogni 100.000 abitanti, con una prevalenza di 300-800 ogni 100.000 abitanti e un numero totale superiore a 150.000 casi. Dati analoghi sono stati stimati in Europa e negli Stati Uniti (Moro e Rodolfi, 2012; Tagliaferri, Compagnone, Korsic et al., 2006).
Le età più colpite sono: 0-4, 15-19, oltre i 65 anni. 

Secondo Bisiacchi e Saviolo (2005) i traumi cranici infantili si caratterizzano per notevole frequenza, significative differenze nella sintomatologia clinica rispetto agli adulti, migliori possibilità di recupero rispetto agli adulti.
Differenze e migliori possibilità di recupero sono dovute al fatto che il cervello ha in età evolutiva una maggiore plasticità (che ancora favorisce non solo lo sviluppo ma anche migliori compensazioni).
Nei primi quattro anni di vita le cause più frequenti di trauma cerebrale infantile sono gli incidenti stradali.
Anche nell’adolescenza e nella giovinezza la causa principale si riferisce agli incidenti stradali, ma è opportuno specificare che si tratta soprattutto di incidenti motociclistici.
L’incidenza dei traumi cerebrali infantili non è facile da stabilire perché non sempre è facile stabilirne la gravità. Un dato può essere orientativo: in Italia un bambino ogni 600 nati muore per trauma cranico (Bisiacchi e Saviolo, 2005).
Succede non raramente che gli effetti del trauma cranico in età infantile si manifestino anche tardivamente (ad esempio nella scuola primaria) e non vengano riconosciuti come effetti del trauma, ma attribuiti ad altri fattori come scarsa intelligenza, scarsa motivazione all’apprendimento, disturbi di personalità, disturbi specifici di apprendimento ecc..

Per i riferimenti bibliografici di queste pagine vedi Riferimenti bibliografici generali

Vianello, R., Lanfranchi, S., e Pulina, F. (2013). Abilitazione e riabilitazione cognitiva in una prospettiva “life span”. In S. Di Nuovo e R. Vianello (a cura di). Deterioramento cognitivo: forme, diagnosi e intervento. Una prospettiva life span (pp. 11-29). Milano: Franco Angeli.