Il fenomeno della discrepanza fra le capacità cognitive di un individuo con disabilità intellettiva e le sue effettive prestazioni era stato messo in luce soprattutto dagli studi condotti da Zigler e dai suoi collaboratori-colleghi (vedi Zigler e Bennet-Gates, 1999), ma solo nel senso della constatazione che le prestazioni erano inferiori rispetto a quelle tipiche di chi aveva le stesse prestazioni nei test di intelligenza. Zigler usò al proposito l’espressione “deficit rispetto all’età mentale”. Nelle nostre ricerche su alunni e studenti italiani abbiamo anche noi trovato il deficit rispetto all’età mentale, ma anche, più spesso, il fenomeno opposto, che abbiamo chiamato surplus rispetto all’età mentale, caratterizzato da prestazioni superiori rispetto a quelle tipiche di bambini o adolescenti a sviluppo tipico con la stessa età mentale. Ovviamente ci siamo chiesti come mai la realtà italiana sembrava caratterizzata da una maggior presenza di surplus. E abbiamo ipotizzato che questo potesse essere causato soprattutto, anche se non solo, dal fatto che in Italia tutti (o quasi) gli alunni e studenti con disabilità vengono inseriti nelle classi normali. Ci è quindi sembrato opportuno proporre a vari colleghi stranieri la nostra ipotesi (Vianello e Lanfranchi 2009), chiedendo loro, di fatto, se disponevano di dati di ricerca che permettessero di confrontare le prestazioni scolastiche, cognitive e sociali di alunni inseriti in classe normale rispetto a pari alunni inseriti in classe speciale. In questo modo è stato possibile confrontare e sintetizzare i risultati di decine di ricerche (vedi Vianello e Lanfranchi, 2009; Giangreco, 2009; Scruggs e Michaud, 2009; Waldron e McLeskey, 2010: Tanti Burlò, 2010; Vianello e Lanfranchi, 2011 e 2015).
Come si vede nel box xy di sintesi, in generale sono chiari i vantaggi della inclusione. Una analisi più approfondita, che non considera solo il trend generale, ma anche le situazioni che non hanno confermato la tendenza o che l’hanno confermata in misura minore o ancor maggiore permette inoltre di evidenziare quali sono le caratteristiche che caratterizzano le classi inclusive ottimali. Vedi Caratteristiche della classe inclusiva ottimale.

Classi speciali vs classi inclusive

  • L’effetto surplus è maggiormente presente nelle classi inclusive.
  • Le prestazioni scolastiche sono migliori nelle classi inclusive.
  • Lo sviluppo sociale raggiunge livelli superiori nelle classi inclusive.
  • L’accettazione sociale è maggiore nelle classi inclusive.
  • I compagni di classe, con sviluppo tipico, degli allievi con disabilità intellettive non imparano di meno.
Per i riferimenti bibliografici di queste pagine vedi Riferimenti bibliografici generali

Tratto, con modifiche (01.01.2023), da Cornoldi, C., e Vianello, R. (2023). Vademecum di Psicologia per insegnanti di sostegno. Firenze: GiuntiEdu.
Renzo Vianello, 01.01.2023