Disattenzione, iperattività e impulsività non favoriscono i rapporti sociali né in età evolutiva (infanzia e adolescenza) né in età adulta. Sono necessari interventi educativi, scolastici e abilitativi mirati. Tanto più se l’ADHD è caratterizzato da comorbilità (ad esempio con disabilità intellettive o funzionamento intellettivo limite, con altri disturbi del comportamento o della personalità, con disturbi di apprendimento ecc.).

Consideriamo queste problematiche educative, scolastiche, abilitative e sociali alle voci che seguono.

In ciascuna di esse avremo comunque modo di sottolineare come gli interventi più efficaci sono quelli che coordinano l’impegno della famiglia con quello della scuola e degli operatori sociosanitari (medici, soprattutto se c’è anche un intervento farmacologico, psicologi, eventuali logopedisti, psicomotricisti, assistenti sociali ecc.). Gran parte degli studi condotti negli ultimi decenni concordano nel sottolineare l’importanza di impostare interventi multifocali, ossia interventi che coinvolgono i principali contesti di vita del bambino, come la famiglia e la scuola, considerata la grande pervasività del disturbo e gli effetti importanti che il disturbo ha anche sulle persone che vivono o lavorano a stretto contatto con il bambino (come i genitori e gli insegnanti).