Negli ultimi cinquanta anni sono avvenute modifiche notevoli nella terminologia diagnostica dei disturbi dello spettro dell’autismo. Nei più importanti manuali diagnostici (ICD e DSM) sono state usate, ad esempio, le etichette generali “Alterazione globale dello sviluppo psicologico” o “Disturbi generalizzati dello sviluppo” o “Disturbi pervasivi dello sviluppo”.
Le proposte più attuali propongono in italiano “Disturbi dello spettro autistico” o l’equivalente “Disturbi dello spettro dell’autismo”: ambedue traduzioni dell’inglese “Autistic spectrum disorders” (ASD).

Per l’ICD-10 si tratta di un gruppo di sindromi caratterizzato da anormalità qualitative delle interazioni sociali e delle modalità di comunicazione e da un repertorio limitato, stereotipato, ripetitivo di interessi e di attività.
L’alterazione globale dello sviluppo psicologico comprende (tra parentesi il codice di riferimento):

  • Autismo infantile (F84.0),
  • Autismo atipico F84.1),
  • Sindrome di Rett (F84.2),
  • Sindrome disintegrativa dell’infanzia di altro tipo (F84.3),
  • Sindrome iperattiva associata a ritardo mentale e movimenti stereotipati (F84.4),
  • Sindrome di Asperger (F84.5).

Nel DSM-IV TR I Disturbi pervasivi dello sviluppo comprendono:

  • Disturbo Autistico,
  • Disturbo di Rett,
  • Disturbo disintegrativo dell’infanzia,
  • Disturbo pervasivo dello sviluppo non altrimenti specificato.

Il Disturbo Autistico è descritto come caratterizzato da:

  • compromissioni qualitative nell’interazione sociale;
  • compromissioni qualitative nella comunicazione;
  • repertorio limitato, ripetitivo, stereotipato di attività e interessi.

Con la pubblicazione del DSM-5 nel 2013 e dell’ICD-11 divulgato in inglese dal 2018 e di possibile adozione dal 2022 vengono proposte modifiche molto importanti.

Il DSM-5 rispetto al DSM-IV-TR ha apportato modifiche relativamente a: denominazione, classificazione, diagnosi dei disturbi dello spettro dell’autismo, criteri di gravità e prevalenza. Consideriamo le più importanti.

  • L’espressione Disturbi pervasivi dello sviluppo del DSM-IV-TR è sostituita da Disturbi dello spettro dell’autismo.
  • Il DSM-5 abbandona la classificazione del DSM-IV-TR in specifici tipi di disturbo autistico.
  • Tra i criteri diagnostici, la compromissione qualitativa dell’interazione sociale e la compromissione qualitativa della comunicazione non sono più distinte, ma accorpate in un unico deficit della comunicazione sociale e dell’interazione sociale in molteplici contesti.
  • Chi presenta marcati deficit della comunicazione sociale, ma non manifesta comportamenti tali da soddisfare i criteri per il disturbo dello spettro dell’autismo (in particolare comportamenti, interessi e attività ristretti e ripetitivi), deve essere valutato per la diagnosi di Disturbo della comunicazione sociale (pragmatica) e non per la diagnosi di Disturbo dello spettro dell’autismo.
  • Cruciale nel DSM-5 è specificare i livelli di gravità dei sintomi. A tal fine è allegata una tabella, che distingue tre diversi livelli di gravità (relativamente a “comunicazione sociale” e a “comportamenti ristretti, ripetitivi”). Viene abbandonata la distinzione psicometrica per cui lieve significa tra 2 e 3 deviazioni standard sotto la media di 100 (QI totale da 55 a 70), moderato tra 3 e 4 dev. st. (QI 40-55), grave tra 4 e 5 dev.st. (QI 25-40), gravissimo o estremo sotto 5 dev. st. (QI meno di 25). La gravità è valutata sulla base delle necessità di supporto, considerando le tabelle di cui sopra.
  • Nel DSM-IV-TR la prevalenza dei Disturbi pervasivi dello sviluppo è indicata solo per il disturbo autistico in 0,05% mentre nel DSM-5 la prevalenza si avvicina all’1%.

Esempi di comportamenti che evidenziano il <>deficit della comunicazione sociale e dell’interazione sociale in molteplici contesti.

  • Ridotta condivisione di sentimenti
  • Anomalie nel contatto visivo
  • Mancanza di espressività verbale
  • Mancanza di comunicazione non verbale
  • Difficoltà nel condividere il gioco di immaginazione

Esempi di comportamenti che evidenziano il <>pattern di comportamento, interessi o attività ristretti, ripetitivi.

  • Eloquio ripetitivo, stereotipato
  • Mettere in fila degli oggetti (ad esempio automobiline) in un certo ordine, non modificabile.
  • Voler mangiare ogni giorno lo stesso cibo
  • Reazioni di pianto o grida per rumori forti (ad esempio aspirapolvere)
  • Annusare ripetutamente alcuni oggetti o le proprie mani

Il DSM-5 chiede inoltre di specificare se vi è associata una compromissione intellettiva e/o del linguaggio.

Con l’ICD-11 viene abbandonata la vecchia distinzione in vari tipi di autismo e ne viene proposta un’altra che valorizza la possibile comorbilità con i disturbi del linguaggio e con i disturbi dello sviluppo intellettivo. La riportiamo (con i nuovi codici, che saranno validi a livello pubblico solo quando le proposte dell’ICD-11 saranno adottate anche dal Servizio Sanitario Italiano).

  • 6A02 Disturbo dello spettro dell’autismo
  • 6A02.0 Disturbo dello spettro dell’autismo senza disturbo dello sviluppo intellettivo e con lievi o assenti difficoltà del linguaggio funzionale
  • 6A02.1 Disturbo dello spettro dell’autismo con disturbo dello sviluppo intellettivo e con lievi o assenti difficoltà del linguaggio funzionale
  • 6A02.2 Disturbo dello spettro dell’autismo senza disturbo dello sviluppo intellettivo e con difficoltà del linguaggio funzionale
  • 6A02.3 Disturbo dello spettro dell’autismo con disturbo dello sviluppo intellettivo e con difficoltà del linguaggio funzionale
  • 6A02.4 Disturbo dello spettro dell’autismo senza disturbo dello sviluppo intellettivo e con assenza di linguaggio funzionale

Attualmente la diagnosi più frequente nelle cartelle cliniche relativamente ai disturbi dello spettro dell’autismo è Autismo infantile (F 84.0) e vi è spesso la precisazione a basso oppure ad alto funzionamento.
Questa distinzione può dar luogo ad interpretazioni non corrette, soprattutto relativamente a “alto funzionamento”. La differenza fra alto e basso funzionamento è data dalla presenza o no della comorbilità con la disabilità intellettiva. In sintesi si parla di basso funzionamento quando il QI totale è inferiore a 70 (più o meno). Se si trova scritto autismo ad alto funzionamento è opportuno controllare il QI totale. In teoria potrebbe essere di poco superiore a 70, anche se è più probabile che la distinzione ad alto funzionamento venga inserita quando i dati dei test di intelligenza indicano un livello di intelligenza superiore alla media o almeno nella media.

Ministero della salute
Autismo
Sintomi e segni

Le caratteristiche della sintomatologia clinica possono essere estremamente eterogenee sia in termini di complessità che di severità e possono presentare un’espressione variabile nel tempo. La Quinta edizione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5) indica che il disturbo dello spettro autistico si caratterizza per:

  • deficit persistenti della comunicazione sociale e dell’interazione sociale in molteplici contesti (deficit della reciprocità sociale; deficit di comportamenti comunicativi non verbali utilizzati per l’interazione sociale; deficit dello sviluppo della gestione e della comprensione delle relazioni)
  • schemi di comportamento, interessi o attività ristretti, ripetitivi (movimenti, uso di oggetti o eloquio stereotipati e ripetitivi; insistenza nell’immodificabilità, aderenza alle routine priva di flessibilità o rituali di comportamento verbale o non verbale; interessi molto limitati, fissi che sono anomali per intensità o profondità; iper-ipo reattività in risposta a stimoli sensoriali o interessi insoliti verso aspetti sensoriali dell’ambiente)

Nei primi anni di vita il bambino con disturbo dello spettro autistico può manifestare uno sguardo sfuggente e apparire poco interessato ai tentativi di coinvolgimento dell’altro.
I genitori possono avere difficoltà a richiamare l’attenzione del bambino su un oggetto o un evento interessante e possono notare una limitata o mancata ricerca dei rapporti con gli altri per giocare (ad esempio, non porta o mostra oggetti ad un altro bambino per farglieli vedere o per giocare insieme), la tendenza a giocare da solo, la tendenza ad utilizzare gli altri per raggiungere uno scopo (ad esempio, prendere il braccio di un’altra persona e indirizzarlo verso un oggetto che vorrebbe raggiungere), difficoltà ad adattarsi alle richieste, mancata risposta quando lo si chiama per nome e mancanza di sviluppo del linguaggio e di modi alternativi per farsi capire come, ad esempio, attraverso i gesti o la mimica facciale.
I bambini con disturbo dello spettro autistico che sviluppano il linguaggio possono mostrare la tendenza a ripetere alcune espressioni, inversione dei pronomi, difficoltà nel tenere una conversazione a due mostrando scarsa capacità di adattamento all’altro. Inoltre possono presentare difficoltà a comprendere il sarcasmo e/o le metafore e hanno difficoltà ad adattare il tono e il contenuto dei loro discorsi alle situazioni sociali.
Data di pubblicazione: 3 giugno 2021, ultimo aggiornamento 20 gennaio 2022

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Autismo
Diagnosi

La diagnosi del disturbo dello spettro autistico è clinica, integrata da una specifica valutazione strutturata, e viene formulata dal medico specialista in neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza (età evolutiva) e in psichiatria (età adulta). Il processo di valutazione diagnostica può coinvolgere altre figure professionali (incluso gli psicologi, i logopedisti, gli educatori e i terapisti della neuropsicomotricità dell’età evolutiva) e può richiedere più incontri per rispettare i tempi necessari per eseguire i vari esami, inclusa la somministrazione di scale di valutazione specifiche. La diagnosi permette di individuare il tipo di consulenza e di supporto necessario a l’accesso ai servizi.

In attuazione del decreto del 30 dicembre 2016 (Art. 2), l’Istituto Superiore di Sanità sta elaborando la Linea guida sulla diagnosi e sul trattamento dei disturbi dello spettro autistico nei bambini, adolescenti e adulti sulla base dell’evoluzione delle conoscenze fisiopatologiche e terapeutiche derivanti dalla letteratura scientifica e dalle buone pratiche nazionali e internazionali. La metodologia di lavoro riflette gli standard selezionati dal Sistema Nazionale Linee Guida e prevede l’adozione della metodologia GRADE (Grading of Recommendations Assessment, Development and Evaluation). Una volta formulate dal panel multidisciplinare di esperti, le raccomandazioni vengono rese pubbliche sul sito del Sistema Nazionale delle Linee Guida (https://snlg.iss.it).

Data di pubblicazione: 3 giugno 2021, ultimo aggiornamento 20 gennaio 2022

Alcune parti sono tratte, con modifiche (Vianello 07.01.2023), da 
Cornoldi, C., e Vianello, R. (2023). Vademecum di Psicologia per insegnanti di sostegno. Firenze: GiuntiEdu. 
Vianello, R. (2015). Disabilità intellettive. Bergamo: edizioni Junior.
Vianello, R., e Mammarella I. C. (2014). Psicologia delle disabilità. Bergamo: edizioni Junior. 

Riferimenti bibliografici
American Psychiatric Association (2000). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (4th ed., text rev.). Washington, DC: Author. 
American Psychiatric Association (2013). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (5th ed.). Arlington, VA: American Psychiatric Publishing. (Trad. 2014. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Quinta edizione. Milano: Raffaello Cortina).
Surian, L. (2002). Autismo. Indagini sullo sviluppo mentale. Roma-Bari: Laterza.
WHO (1992). The ICD-10 classification of mental and behaviour disorder: Clinical descriptions and diagnostic guidelines. Geneva: World Health Organization.