Almeno fino al 1970-1980 molto diffusa era la convinzione che l’autismo fosse causato da condizioni educative e/o affettive. Senza escludere condizioni biologiche innate che ne favorivano l’emergere. Attualmente la stragrande maggioranza degli studiosi ritiene che queste spiegazioni siano non solo errate, ma risultate molto dannose in passato, in quanto colpevolizzanti i genitori e in modo particolare la madre,
Le ricerche attuali sulle cause dell’autismo sono orientate a cercare le cause genetiche e/o biologiche non genetiche. Molte sono state le ipotesi. E i dati potrebbero anche suggerire che ci possono essere “varie cause per vari autismi”.
Consideriamo innanzitutto la possibilità di familiarità. La presenza di fratelli con autismo alza molto il rischio di uguale disturbo (da 10 a venti volte di più). Nel caso di fratelli gemelli monozigoti tale percentuale aumenta notevolmente, fino al 37-90% (gamma secondo diverse ricerche; Surian, 2002).
Per quanto riguarda eventuali basi genetiche ci sarebbero prove che hanno trovato il coinvolgimento di specifici loci genetici nei cromosomi 6, 7, 12, 15, 19, X. Inoltre è stato ipotizzato un ruolo critico per delezioni nei cromosomi 2, 18, 22, X. Ciascuna di queste ipotesi spiega una minoranza dei casi di disturbi dello spettro dell’autismo. Proprio per questo non ci soffermiamo nella citazione di queste ricerche e nell’analisi dei dati.
È molto forte l’ipotesi di una causa genetica del disturbo autistico, ma attualmente non abbiamo dati (del tipo mutazione di uno o più geni, delezioni ecc.) validi per la maggioranza dei casi. Prevalente è l’orientamento generale che “non esista il gene dell’autismo”.
È stata anche considerata la possibilità che la causa sia poligenica (più geni coinvolti) oppure che vi sia eterogeneità nelle basi genetiche (cioè più cause genetiche che comportano la stessa sindrome o disturbo, come nella sclerosi tuberosa, nella sindrome di Laurence Moon, nelle mucopolisaccaridosi, nella sindrome di Patau ecc.).

Come si può notare non c’è come possibile causa dell’incremento la vaccinazione.
L’autore che nel 1998 ha “fatto scoppiare il caso”, Andrew Wakefield, nel 2010, dopo indagini del General Medical Council inglese è stato espulso dall’ordine dall’Albo dei Medici per comportamento “disonesto, fuorviante e irresponsabile” nel corso di “numerosi gravi episodi di cattiva pratica professionale” legati alle sue ricerche condotte e interpretate in modo scorretto.
Perché lo ha fatto? Per denaro, come riporta nel 2011 il British Medical Journal. Ricevuto con manipolazione di dati al fine di evidenziare una correlazione fra il vaccino trivalente (contro morbillo, parotite e rosolia) e il disturbo dello spettro autistico.
Non sorprende quindi che ricerche di controllo abbiano smentito quanto riportato da Wakefield.
Chi desidera documentarsi trova spiegazioni esaurienti anche su wikipedia alle voci Autismo e/o Presunta correlazione tra vaccini e autismo e/o Caso Wakefield (NB Non si tratta di opinioni, ma di sintesi di ricerche scientifiche, che sono ovviamente consultabili in originale).

Al momento possiamo affermare che non vi sono evidenze scientifiche per cui i vaccini possano causare o contribuire a causare l’autismo. Gli studi presenti in letteratura sottolineano che il tasso di diffusione dei disturbi dello spettro autistico non differisca tra i bambini che hanno ricevuto il vaccino e quelli che non sono stati sottoposti alle iniezioni vaccinali.
Ad esempio, il recente studio di Jain et al. (2015) ha smentito l’idea che ricevere una o due iniezioni del vaccino MPR (morbillo-parotite-rosolia) possa causare un aumento del rischio di autismo, dimostrando che non esiste nessuna associazione tra il vaccino MPR e l’insorgere di patologie dello spettro autistico; questo studio si pone in linea con quelli precedenti che hanno riportato dati di questo tipo in altre popolazioni.

Jain, A., Marshall, J., Buikema, A., Bancroft, T., Kelly, J. & Newschaffer, C. (2015). Autism Occurrence by MMR Vaccine Status Among US Children With Older Siblings With and Without Autism. JAMA, 313
https://www.stateofmind.it/autismo/

Ministero della salute
Autismo
Cause

Sebbene negli ultimi anni la ricerca sulle basi eziologiche abbia mostrato un certo grado di avanzamento, ad oggi non è stata del tutto chiarita la complessità delle cause.
Numerose evidenze scientifiche indicano un ruolo importante della componente genetica ed è noto che nelle famiglie in cui è presente un bambino con ASD, il rischio di avere un secondo figlio con ASD è circa 20 volte più elevato rispetto alla popolazione generale. Tuttavia, anche il ruolo dei fattori ambientali è ritenuto rilevante e tra questi si riportano le infezioni contratte dalla madre in gravidanza, lo status immunologico materno-fetale, l’esposizione a farmaci o agenti tossici e l’età avanzata dei genitori al momento del concepimento.

La letteratura più recente è concorde nell’indicare una base genetica e/o l’associazione di fattori ambientali di vario tipo. Le evidenze scientifiche relative alla presenza di specifici marcatori biologici, alterazioni morfologiche e biochimiche, non sono ad oggi ancora interpretabili in modo univoco.

L’ipotesi di una possibile associazione causale tra vaccinazioni e ASD è stata ripetutamente confutata da numerose evidenze scientifiche.

Data di pubblicazione: 3 giugno 2021, ultimo aggiornamento 20 gennaio 2022

Per i riferimenti bibliografici di queste pagine vedi Riferimenti bibliografici generali

Alcune parti sono tratte, con ampie modifiche (Vianello 07.01.2023), da
Vianello, R. (2015). Disabilità intellettive. Bergamo: edizioni Junior.
Vianello, R., e Mammarella I. C. (2014). Psicologia delle disabilità. Bergamo: edizioni Junior.