Lo sviluppo psicologico del bambino con disabilità uditiva
Una disabilità uditiva può avere importanti influenze sullo sviluppo psicologico generale. In particolare può influenzare negativamente lo sviluppo del linguaggio nelle sue funzioni comunicative e cognitive (il linguaggio verbale è un regolatore del pensiero).
Gli studi sullo sviluppo psicologico in caso di sordità evidenziano che si tratta di un argomento estremamente complesso per vari motivi, tra cui:
- le disabilità uditive sono molto diverse tra di loro ed è improprio generalizzare dati ricavati su gruppi particolari di individui (in particolare quelli ricavati da individui con sordità profonda a individui audiolesi);
- spesso sono citate ricerche non recenti che si riferivano a realtà molto diverse da quella italiana (classe normale vs classe speciale; comunicazione soprattutto verbale vs comunicazione manuale).
In ogni caso sembra cruciale distinguere le situazioni con genitori (uno o ambedue) sordi o udenti.
Quando i genitori (in particolare la madre) sono sordi, i processi di attaccamento non sono influenzati negativamente.
Se i genitori sono udenti risulta ancor più importante il momento della diagnosi. Prima di venirne a conoscenza possono esserci disagio o stress perché si capisce che “qualcosa non funziona”, ma non si è capito quale è la causa.
In alcune ricerche è emerso che le madri udenti sono più intrusive e direttive con i loro figli.
Quando la diagnosi è precoce e i genitori sono seguiti manifestano più comportamenti tattili e visivi con i figli sordi di quanto facciano le madri udenti con i loro figli udenti.
Quali sono le modalità di comunicazione più efficaci?
Solo verbali (si parla di oralismo), solo gestuali o entrambi?
Anche aspre sono state le contrapposizioni nel passato. Attualmente prevale la valorizzazione di tutte le potenzialità comunicative, tenendo conto dei progressi che sono stati fatti nei sistemi protesici.
Viene inoltre valorizzato uno stile genitoriale che incoraggi l’iniziativa e la partecipazione del bambino.
Marschark (1993), sulla base di una ampia rassegna della letteratura scientifica, ha evidenziato l’importanza di tre fattori per un buon sviluppo psicologico del bambino sordo:
- precoce ed efficace comunicazione con le altre persone;
- esplorazione attiva dell’ambiente, giochi simbolici, interazioni con persone;
- buone esperienze di interazione sociale.
Numerosi studi sono stati dedicati alla impulsività delle persone con disabilità uditive. Vaccari e Marschark (1997), sulla base di una approfondita analisi della letteratura, confermano che le persone sorde sono in media più impulsive rispetto alla popolazione generale. Carenze comunicative e una non adeguata educazione sembrano le cause più importanti (ad esempio ordini e disapprovazioni dei genitori sono meno motivati).
Molte sono le situazioni in cui la disabilità uditiva è associata ad altre disabilità (ad esempio sindrome di Down). Secondo una ricerca di Jure, Rapin e Tuchman (1991) il 4% circa delle persone sorde rientra anche nei disturbi dello spettro autistico. Secondo una ricerca di Baldwin (1993) la percentuale è maggiore e cioè il 10%.
Numerosi sono i bambini sordi appartenenti a classi sociali con basso status socio-economico (Marschark, 1993; Vaccari e Marschark, 1997a) e con minore disponibilità da parte della madre nei confronti delle esigenze del figlio con disabilità uditiva.
Stevenson, McCann, Watkin, Worsfold e Colin (2010) al fine di stabilire i rapporti fra abilità linguistiche (espressive e ricettive) e disturbi comportamentali hanno condotto una ricerca con 120 bambini inglesi (67 maschi e 53 femmine) con disabilità uditive (tra i 5 e gli 11 anni; età media 8 anni) e 63 bambini udenti (37 maschi e 26 femmine) come gruppo di controllo. I risultati cruciali sono: i disturbi comportamentali sono più frequenti nei bambini con disabilità uditive che hanno le prestazioni linguistiche minori. Questo conferma l’importanza del potenziamento delle capacità comunicative e linguistiche nei bambini con disabilità uditive.
Per i riferimenti bibliografici di queste pagine vedi Riferimenti bibliografici generali
Alcune parti sono state tratte, con modifiche (01.01.2023), da
Vianello, R., e Mammarella I. C. (2014). Psicologia delle disabilità. Bergamo: edizioni Junior.
Cornoldi, C., e Vianello, R. (2023). Vademecum di Psicologia per insegnanti di sostegno. Firenze: GiuntiEdu.
Renzo Vianello, 01.01.2023