Dato che gli alunni e studenti con disabilità uditiva sono una minoranza di quelli certificati con disabilità secondo la legge 104 del 1992 (più o meno il 3% dei certificati e meno di 1 su 10.000 della popolazione studentesca) sono percentualmente pochi gli insegnanti che sono impegnati nella loro educazione e scolarizzazione. A volte l’insegnante di sostegno è esperto anche di disabilità uditiva. A volte no. Non sempre è possibile usufruire anche dell’apporto di un educatore esperto di sordità. Non sono molte le situazioni in cui c’è un buon collegamento con gli operatori dell’ASL e/o una Associazione o Ente specifico. È necessario un lavoro di studio e di aggiornamento impegnativo, base per la comprensione delle caratteristiche specifiche del proprio alunno-studente: tipo di disabilità uditiva, eventuali altre disabilità o disturbi, tipi di linguaggio usato, effetti della disabilità sullo sviluppo piscologico, livello scolastico nelle varie discipline ecc. 

Per acquisire queste conoscenze può essere utile, di base, riportare, anche se molto in sintesi alcune indicazioni fornite dalla letteratura. Esse possono essere considerate come ipotesi da verificare nel proprio alunno-studente. Possono orientare meglio l’osservazione. 

Scuola dell’infanzia

  • I bambini con disabilità uditive non differiscono necessariamente dagli altri bambini nei rapporti di amicizia e nelle  attività ludiche, ma si constata che sono più adeguati quelli con un linguaggio migliore. 

Scuola primaria e secondaria

  • Gli alunni con disabilità uditive hanno in media prestazioni scolastiche inferiori, soprattutto nell’apprendimento della lettura e della scrittura (Arfé, 2011).
  • Le prestazioni scolastiche sono inferiori anche a quelle dei bambini con lo stesso livello di QI. Questo deficit rispetto al QI indica che ci sono variabili interferenti negativamente, probabilmente anche di tipo motivazionale o di personalità.
  • Chi ha un livello superiore di linguaggio è meno penalizzato nei risultati scolastici. 
  • Alunni e studenti con disabilità uditiva evidenziano carenze nella memoria a breve termine di tipo sequenziale, Arfé et al., (2014) e minore uso di strategie nella memorizzazione. 

Quali indicazioni per il lavoro scolastico da questi dati di ricerca?

  • Il deficit rispetto al QI (discrepanza in negativo fra le capacità intellettive e le prestazioni scolastiche) suggerisce la presenza di capacità presenti nella zona di sviluppo potenziale da valorizzare e realizzare. Intervenendo a livello motivazionale e potenziando gli aspetti metacognitivi (conoscenza di come funziona la mente, uso di strategie per affrontare compiti e problemi). 
  • Opportuno è inoltre favorire un atteggiamento riflessivo in chi è portato ad essere impulsivo (caratteristica, secondo la letteratura, presente negli individui con disabilità visive in misura maggiore che nella popolazione generale).   
  • Per quanto riguarda la comunicazione (da potenziare il più possibile in tutti i suoi aspetti) sarebbe opportuno aiutarlo non solo ad ascoltare, ma soprattutto a comunicare in modo sistematico, ordinato, dopo aver ben riflettuto. 

Soprattutto per chi ha scarsa esperienza specifica sono opportune anche indicazioni didattiche molto semplici se l’allievo con disabilità uditiva utilizza anche la lettura labiale.

  • È importante che l’allievo con disabilità uditiva sia seduto di fronte all’insegnante e possa guardarlo quando spiega. 
  • Quando si parla usando anche la lavagna evitare di parlare senza guardare contemporaneamente  gli allievi. 
  • Usare supporti visivi (esempio lavagna multimediale) tenendo conto che molti allievi con disabilità uditiva fanno più fatica degli altri a guardare ed ascoltare contemporaneamente. 
  • Per l’insegnante di sostegno in particolare: quando, in classe con tutti gli altri, ci si mette vicino all’alunno con disabilità uditiva per aiutarlo, può essere opportuno mettersi di fronte (o quasi di fronte).
Per i riferimenti bibliografici di queste pagine vedi Riferimenti bibliografici generali

Ripreso, con modifiche (01.01.2023), da Vianello, R., e Mammarella I. C. (2014). Psicologia delle disabilità. Bergamo: edizioni Junior.
Cornoldi, C., e Vianello, R. (2023). Vademecum di Psicologia per insegnanti di sostegno. Firenze: GiuntiEdu.

Renzo Vianello, 01.01.2023