Le persone con disturbo dello spettro dell’autismo, possibilmente fin dal primo anno di vita, hanno bisogno soprattutto di interventi volti a sviluppare competenze e abilità che non erano presenti precedentemente. Proprio per questo preferiamo molto spesso in questo sito (a parte i casi di disabilità fisiche e motorie acquisite) utilizzare il termine abilitazione al posto di quello molto più frequente di ri-abilitazione.
Gli argomenti considerati sono comunque più o meno gli stessi che in altri contesti sono etichettati come “trattamenti” o “terapia”. Termini che useremo anche qui quando opportuno.
L’argomento è molto ampio. Presentiamo a seguire i seguenti argomenti ( i primi tre ripresi dal volume di Vianello e Mammarella. Psicologia delle disabilità).

Interventi psicoeducativi

ll metodo ABA (Applied behavior analysis) basato sull’analisi comportamentale applicata (Howlin, Magiati, & Charman, 2009) che deriva dalla terapia di Lovaas (1993), è basato sui principi del comportamentismo. L’operatore analizza la relazione tra antecedenti e conseguenze del comportamento e si propone di modificare il comportamento specifico e/o il contesto. Le tecniche utilizzate sono: il rinforzo positivo, ad esempio, vengono rinforzati i comportamenti che coinvolgono la relazione con l’altro, così da renderli più frequenti; il modellamento, che premia i comportamenti che si avvicinano a quello desiderato; la ricompensa per un altro comportamento di cui si desidera l’estinzione, ad esempio, si premia un bambino che afferra un gioco con entrambe le mani, cosa che gli impedisce di attorcigliarsi i capelli. Inizialmente l’intervento è condotto in modo intensivo ed individualmente, e poi può essere esteso ad altri contesti.

Il metodo TEACCH (Treatment and education of autistic and related communication handicapped children, Schopler, 1997; Ozonoff & Cothcart, 1998) è basato sul potenziamento delle abilità sociocomunicative dei genitori e delle persone che interagiscono con il bambino e si propone di rendere più adeguata la relazione. Il TEACCH si configura anche come una rete di servizi che vengono offerti a casi di varia severità del disturbo. Il metodo si basa su modelli cognitivi e comportamentali. Consiste nella strutturazione dell’ambiente e nella collaborazione tra genitori, operatori, e insegnanti, al fine di favorire l’adattamento del bambino alle situazioni di vita quotidiana.

Il metodo PECS (Picture exchange communication system, Yoder, & Stone, 2006) è indicato per lo sviluppo delle abilità comunicative dei bambini con disturbo dello spettro dell’autismo. Si propone di sviluppare strategie per comunicare bisogni o richieste. Il bambino, attraverso tecniche comportamentali, apprende ad utilizzare immagini, simboli o oggetti per comunicare ed esprimere ciò che desidera. In diverse fasi, ed in funzione della severità del disturbo, il bambino può apprendere prima l’utilizzo delle immagini, poi a distinguere tra diversi simboli per elaborare semplici frasi comunicative.

Esistono anche numerosi programmi di parent-training o interventi mediati dai genitori.

L’Early Bird Programme fornisce ai genitori informazioni utili sulla diagnosi e li guida verso l’individuazione di strategie adeguate di interazione con il bambino.

Il metodo Son-Rise prevede interazioni intensive tra bambino e adulto con l’obiettivo di stabilire un rapporto di fiducia ed introdurre strategie volte a migliorare la comunicazione.

Il metodo Portage consiste in una terapia domiciliare per bambini in età prescolare, da parte di operatori esperti che aiutano i genitori a migliorare le competenze del bambino.

I training di Social skills o le storie sociali – adatti soprattutto per bambini con un funzionamento cognitivo medio-alto – si propongono di sviluppare e migliorare le abilità di risposta in situazioni sociali.  

Interventi farmacologici

Un intervento farmacologico può essere proposto nel caso in cui al Disturbo dello spettro dell’autismo si associno impulsività ed iperattivà (metilfenidato); comportamenti aggressivi e autolesionistici (risperidone); comportamenti ripetitivi o sintomi ossessivo-compulsivi (inibitori della ricaptazione della serotonina).

Chi li somministra ritiene che tali farmaci possano favorire l’efficacia degli interventi psicoeducativi.

Vedi sotto per quanto riguarda l’efficacia.

Studi sull’efficacia degli interventi

Nel 2008 sono stati pubblicati dal sito del ministero della salute i risultati della Clinical Evidence del 2006 sull’efficacia degli interventi distinguendo tra programmi utili, probabilmente utili, di utilità non determinata, da valutare caso per caso e di utilità discutibile delle seguenti categorie di interventi:

  1. Interventi multidisciplinari precoci
  2. Interventi farmacologici
  3. Interventi dietetici
  4. Interventi non farmacologici

Ministero della salute
Autismo
Prevenzione

Le conoscenze sull’eziologia dei disturbi dello spettro autistico sono ancora insufficienti per permettere di dare indicazioni specifiche a carattere preventivo.

La letteratura scientifica conferma che i fratelli di bambini con autismo hanno una probabilità maggiore di avere un disturbo del neurosviluppo (autismo, disturbi specifici del linguaggio e/o dell’apprendimento) rispetto alla popolazione generale. A questo scopo è consigliabile un monitoraggio specifico dello sviluppo neurocomportamentale dei bambini che abbiano fratelli/sorelle con autismo al fine di poter diagnosticare precocemente eventuali problemi e intervenire con tempestività.
Per questo, nel 2012, il Ministero della salute ha promosso tramite il Centro Nazionale per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (CCM), il ‘Network Italiano per il riconoscimento precoce dei Disturbi dello Spettro Autistico (NIDA)’. Il Network NIDA è coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità e sta sperimentando un protocollo clinico per il monitoraggio dello sviluppo dei bambini considerati ad alto rischio per il disturbo autistico (fratellini di bambini con diagnosi di autismo) con lo scopo di individuare precocemente le anomalie dello sviluppo tramite un protocollo di sorveglianza e di valutazione del neurosviluppo.
Nell’ambito delle attività inserite nel progetto “I disturbi dello spettro autistico: attività previste dal decreto ministeriale del 30.12.2016”, finanziato dal Ministero della Salute, Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria e della Programmazione Sanitaria, l’ISS ha promosso l’implementazione del Network NIDA in ogni regione d’Italia attraverso un bando pubblico destinato alle Regioni per l'”Istituzione di una rete di coordinamento tra pediatri di base, personale che lavora negli asili nido e unità di neuropsichiatria infantile finalizzata ad anticipare la diagnosi e l’intervento attraverso programmi di formazione specifici e la messa a punto di un protocollo di riconoscimento/valutazione di anomalie comportamentali precoci nella popolazione generale e ad alto rischio”.
Il finanziamento del Ministero della Salute ha avuto lo scopo di favorire l’implementazione del Network NIDA per la valutazione di anomalie comportamentali precoci nella popolazione ad alto rischio, l’aggregazione e il collegamento dei servizi territoriali di neuropsichiatria infantile e promuovere iniziative di formazione finalizzate al riconoscimento/diagnosi e intervento precoce coordinate a livello nazionale/regionale.

Data di pubblicazione: 3 giugno 2021, ultimo aggiornamento 20 gennaio 2022

Ministero della salute
Autismo
Terapia

La letteratura scientifica internazionale conferma l’importanza di avviare interventi precoci allo scopo di sostenere positivamente la traiettoria evolutiva del bambino. Il riconoscimento e la diagnosi precoce sono cruciali per l’avvio di interventi efficaci e rappresentano, pertanto, un aspetto critico di politica sanitaria pubblica da perseguire a livello nazionale.

In attuazione al DM del 30 dicembre 2016, il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità stanno lavorando per integrare strategie di sorveglianza della popolazione generale e ad alto rischio nel sistema sanitario di tutto il territorio nazionale.
In particolare, l’Art. 3, comma 2e del DM del 2016 prevede l’istituzione di una rete di coordinamento tra pediatri di libera scelta, personale che lavora negli asili nido/scuola dell’infanzia e unità di neuropsichiatria infantile. L’obiettivo finale è quello di promuovere la diagnosi e l’intervento precoce attraverso programmi di formazione specifici e la messa a punto di un protocollo di riconoscimento/valutazione di anomalie comportamentali precoci nella popolazione generale e ad alto rischio. Le attività istituzionali per lo sviluppo e l’implementazione della sorveglianza della popolazione generale e ad alto rischio si sono svolte in forte collaborazione con le principali sigle scientifiche e professionali coinvolte nei processi di diagnosi e presa in carico dei bambini con disturbo del neurosviluppo.

È raccomandato che gli interventi siano personalizzati. Per questo la valutazione dei professionisti coinvolti nei processi di diagnosi e presa in carico della persona e della sua famiglia è importante per valutare le aree di forza e quelle di debolezza di ogni individuo e per costruire un programma di intervento personalizzato. Nel 2011, è stata pubblicata la prima linea guida per il trattamento di bambini e adolescenti con disturbi dello spettro autistico prodotta dal Sistema Nazionale delle Linee Guida dell’Istituto Superiore di Sanità. In attuazione del decreto del 30 dicembre 2016 (Art.2), l’Istituto Superiore di Sanità sta elaborando la Linea guida sul trattamento farmacologico e non farmacologico dei disturbi dello spettro autistico nei bambini, adolescenti e adulti.

Data di pubblicazione: 3 giugno 2021 , ultimo aggiornamento 20 gennaio 2022

Per i riferimenti bibliografici di queste pagine vedi Riferimenti bibliografici generali

Tratto, con modifiche (Vianello 11.01.2023), da
Vianello, R., e Mammarella I. C. (2014). Psicologia delle disabilità. Bergamo: edizioni Junior.